Affinità e differenze tra due intellettuali soli e disorganici, “fraterni e lontani ”
Manifestazione inaugurale del Novembre Sciasciano (1989-2019) a trent’anni dalla morte di Leonardo Sciascia. Sala Municipale - Palazzo Burovich De Zmajevich- Via Risorgimento, 2 Centro Studi Pier Paolo Pasolini- Via Guido Alberto Pasolini, 4 C ASARSA DELLA DELIZIA (Pordenone) 8 - 9 novembre 2019.
Promosso dal Centro Studi Pasolini, il convegno inaugura il ciclo di manifestazioni del Novembre Sciasciano , ideato dagli Amici di Leonardo Sciascia nella ricorrenza del trentennale della morte di Leonardo Sciascia (1989-2019). Diretto da Filippo La Porta, il ciclo si concluderà a Parigi con un doppio appuntamento : il Leonardo Sciascia Colloquium all’Istituto Italiano di Cultura (21 e 22 novembre) e un incontro alla Sorbona (23 novembre).
IL CONVEGNO
Sciascia ha osservato che lui era l’unico in grado di capire davvero Pasolini, «fraterno e lontano». L ’ a ffaire Moro si propone fin dalle prime pagine come una continuazione di riflessioni pasoliniane. Mentre Pasolini in una recensione del 1975 a Todo modo scrisse che Sciascia si «è sempre mantenuto purissimo, come un adolescente», e che la sua autorità «è legata a quel qualcosa di debole e fragile che è un uomo solo». In Pasolini e Sciascia si è incarnata per l’ultima volta nel nostro paese la figura dell’intellettuale eretico, coscienza del paese, voce dissidente solitaria e non allineata. A loro è stata riconosciuta un’autorevolezza straordinaria - nella società italiana - un attimo prima che gli intellettuali sono decaduti da legislatori a meri interpreti (Zygmunt Bauman), da critici del potere a cantori postmoderni dell’esistente. L’idea stessa di engagement , d’impegno politico/civile dello scrittore ha subito da allora una mutazione radicale. Il convegno di Casarsa tenterà di documentare affinità e differenze tra i due autori: comune esperienza nella scuola, impegno civile e al tempo stesso ‘disorganicità’, avversione al potere e alle sue retoriche, intellettuali laici ma con il senso del sacro, diffidenza per la neoavanguardia, ruolo di opinionisti sui grandi quotidiani, idea di letteratura come verità.
I RELATORI
Filippo La Porta, critico e saggista, collabora regolarmente a «la Repubblica». Tra i suoi ultimi libri Il bene e gli altri . Dante e un'etica per il nuovo millennio (2018) e Eretico controvoglia . Nicola Chiaromonte una vita tra giustizia e libertà (2019)
Ricciarda Ricorda, ordinaria di Letteratura italiana contemporanea dell’Università Ca' Foscari Venezia. Studiosa sciasciana di lungo corso, dal 2017 con-dirige la rivista di studi «Todomodo» e ha curato per gli Amici di Sciascia il volume Leonardo Sciascia e la Jugoslavia. "Racco nto ai miei amici di Caltanissetta della Jugoslavia e di voi: con entusiasmo, con affetto" (2015). Giuseppe Traina, insegna Letteratura italiana all’Università di Catania. Ha studiato autori della letteratura italiana antica, moderna e contemporanea, tra i quali Sciascia, al quale ha dedicato quattro libri ( L a s olu zio n e d el cruciverba ; Leonardo Sciascia ; In un destino di verità ; Una problematica modernità ) e diversi studi sparsi, tra i quali uno dedicato ai rapporti tra Sciascia e Pasolini. Bruno Pischedda, insegna Letteratura italiana contemporanea all'Università di Milano; nel 2016 ha vinto il Premio Viareggio per la saggistica. L'ultimo suo lavoro è Dieci nel Novecento. Il romanzo italiano di largo pubblico dal Liberty alla fine del secolo (2019) Davide Luglio, ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea a Sorbonne Université e direttore, nella stessa Università, del centro di ricerca Littérature et Culture Italiennes. Tra i suoi saggi pasoliniani recenti: Decadimento dell’aura e ritrovamento del sacro. Benjamin e Pasolini, due teorie del cinema a confronto (2019) e Lo scandalo del neutro: Pasolini oltre Barthes , in Decostruzione o biopolitica? (2017). Andrea Cortellessa, insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università Roma Tre. I suoi ultimi libri sono Monsieur Zero. 26 lettere su Manzoni, quello vero (2018) e Le notti chiare erano tutte un'alba. Antologia dei poeti italiani nella Prima guerra mondiale (2018). Roberto Andò, regista, sceneggiatore e scrittore. Ha collaborato con Francesco Rosi, Federico Fellini, Michael Cimino e Francis Ford Coppola. Decisivi l’incontro e l’amicizia con Leonardo Sciascia. Tra i suoi film : Il manoscritto del principe, Sotto falso nome, Viaggio segreto, Viva la libertà, Una storia senza nome. Dopo l’esordio letterario con Diario senza date o della delazione , (2008) ha vinto con Il trono vuoto il Campiello Opera Prima (2013). Guido Vitiello, insegna Teoria del cinema alla Sapienza di Roma. Collabora con «Il Foglio» e «Internazionale». Il suo ultimo libro è Una visita al Bates Motel (Adelphi). Daniela Marcheschi studiosa, docente e critico di letteratura italiana e di antropologia delle arti, ha insegnato e insegna in università italiane e straniere; ha curato fra l'altro i meridiani delle Opere di C. Co llodi e G. Pontiggia e raccolto i suoi maggiori saggi in Il Sogno della Letteratura (2012) e Prismi e poliedri. Scritti di Critica e Antropologia delle Arti (2001). Roberto Chiesi, critico cinematografico e responsabile del Centro Studi – Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna, scrive per i periodici «Cineforum, «Segnocinema» e «Cinecritica». Le sue ultime pubblicazioni (2018) sono: «8 ½ » di Federico Fellini e Il cinema di Ingmar Bergman.
PROGRAMMA
I L C O N V E G N O
V E N E R D Ì 8 N O V E M B R E 2 0 1 9
Sala Municipale - Palazzo Burovich De Zmajevich- Via Risorgimento, 2
15 h.00 Saluti istituzionali
Filippo La Porta introduce i lavori del convegno
16.00 - 17.40 Interventi dei relatori
Ricciarda Ricorda
Giuseppe Traina Sciascia lettore di Pasolini e Pasolini lettore di Sciascia
La lingua di Moro e la lingua degli italiani
Bruno Pischedda
Davide Luglio Parlare a voce alta.
Pasolini e Sciascia polemisti
Ragione e potere in Sciascia e Pasolini
Andrea Cortellessa Dal «romanzo delle s tragi» alla «fuga dei fatti». Retoriche della ricerca della verità in Pasolini e Sciascia
17.40 - 18.30 Discussione e conclusione della sessione
S A B A T O 9 N O V E M B R E 2 0 1 9
Sala Municipale - Palazzo Burovich De Zmajevich- Via Risorgimento, 2
9h.00 Ripresa dei lavori 9.30 – 11.00 Interventi dei relatori
Roberto Andò
Guido Vitiello Sciascia e Pasolini: il teatro della verità Inquisitori mascherati da eretici. Sciascia, Pasolini e l’eredità dell’ «Io so»
Daniela Marcheschi
Roberto Chiesi Pasolini e Sciascia: intellettuali, aporie e verità
Pasolini, Sciascia e la piramide del potere
11.00 - 12.30 Discussione
12.30 Conclusione dei lavori
V E N E R D Ì 8 N O V E M B R E 2 0 1 9
Centro Studi Pier Paolo Pasolini- Via Guido Alberto Pasolini, 4
19.0 V ERNISSAGE MOSTRA
Edo Janich e Leonardo Sciascia: segni di un’amicizia
Associata all’iniziativa convegnistica, si svolgerà nelle sale del Centro Studi Pasolini promossa in collaborazione con gli Amici di Sciascia - una mostra di rare cartelle di grafica, libri d’artista e incisioni dell’artista friulano Edo Janich, a ricordo del lungo e appartato sodalizio sviluppatosi con Leonardo Sciascia dagli anni Settanta fino alla morte dello scrittore.
Nell’occasione sarà presentata la venticinquesima cartella della collana “Omaggio a Sciascia” To the happy few , curata da Francesco Izzo, con un testo e un ritratto all’acquaforte e bulino di Stendhal, inciso da Edo Janich, e uno scritto di Salvatore Silvano Nigro.
* * * Sala Municipale - Palazzo Burovich De Zmajevich- Via Risorgimento,2
21.00 L ETTURA SCENICA Marco Baliani: La notte delle lucciole
Anni fa – scrive Marco Baliani - realizzammo con la regia di Robertò Andò e una sua scelta di testi, uno spettacolo titolato «La notte delle lucciole» in cui interpretavo lo scrittore Leonardo Sciascia durante diverse fasi della sua vita.
Le parole erano tratte da suoi scritti, diari, articoli montate in modo da dare una continuità di pensiero all’azione scenica.
Da quell’esperienza ho tratto un reading in cui leggo lo stesso testo dello spettacolo originale, ma montato in parte diversamente. Credo che attraverso la voce narrante si rafforzi la pregnanza dell’azione, anche perché per Sciascia la scrittura era una forma d’azione, politica e sociale.
In quasi ogni punto di queste sue riflessioni la figura di Pier Paolo Pasolini appare come alter ego dell’autore, una sorta di presenza fantasmatica con cui Sciascia anche a distanza non smette di interloquire, porre domande cercare risposte.
Si crea così una specie di epistolario tra i due, tanto che le parole di Pasolini sembrano a tratti essere fatte proprie dalla voce di Sciascia, in un rimando intellettuale e spirituale di grande respiro. Il titolo stesso dello spettacolo è una citazione della famosa riflessione di Pasolini sul cambiamento antropologico di un’intera nazione a cui stava assistendo con sgomento crescente.