SUPER TECNOLOGIE IN CHIRURGIA E ONCOLOGIA
Gaya Spolverato, chirurga oncologa, opera nella Clinica chirurgica dell’Ospedale di Padova. Ha compiuto la sua specializzazione a Verona e all’estero. Negli Stati Uniti ha compiuto attività di ricerca alla Johns Hopkins University e ha fatto parte della Clinica Oncologica del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. Brillante e combattiva esponente del movimento per le pari oppotunità uomo-donna, è presidente e cofondatrice di Women in Surgery.
I progressi della scienza e della tecnica in campo chirurgico oncologico e in particolare nella mia professione, si sviluppano su 4 livelli: Operatorio, Sperimentale, Tele-health, Formazione.
Dal punto di vista strettamente chirurgico l’avvento della robotica ha permesso di umentare la destrezza dell’operatore e di rendere più accessibili procedure chirurgiche ostacolate dalla visione 2D e dalla limitata libertà di movimento della laparoscopia. In particolare, la visione magnificata, la migliore ergonomia e il comfort offerti dalle piattaforme robotiche hanno permesso non solo di ampliare la varietà di procedure chirurgiche effettuabili con metodica mini-invasiva, ma di acquisire maggior sicurezza e autonomia.
La telechirurgia, per quanto ancora futuristica, potrebbe permettere di effettuare procedure complesse da remoto, eliminando barriere geografiche e favorendo la formazione a distanza. La ricerca sulle applicazioni della robotica in situazioni estreme (ad esempio missioni spaziali o spedizioni militari) potrebbe favorire ulteriori implementazioni della metodica, con effetti immediati sui nostri pazienti.
L’integrazione dell’imaging radiologico del paziente sulla piattaforma robotica permetterebbe inoltre di effettuare interventi ancor più mirati, con ulteriore aumento della sicurezza dell’atto chirurgico.
Anche la ricerca beneficia della costante implementazione di tecnologie innovative. La più grande rivoluzione scientifica degli ultimi tempi ha visto come protagonisti gli organoidi, modelli miniaturizzati di un organo, riprodotti in vitro a partire dalle cellule del paziente stesso.
Superando i limiti delle culture cellulari e dell’utilizzo dei modelli in vivo, gli organoidi hanno permesso di applicare la ricerca sulla resistenza al trattamento farmacologico dei tumori a modelli che riproducono il tumore del paziente stesso. Gli effetti sul trattamento personalizzato sono considerevoli e l’impatto sulla ricerca in campo oncologico è tangibile.
La tecnologia ci ha supportati in questi ultimi mesi, dall’inizio della pandemia, quando l’accesso dei pazienti alle cure era limitato dal rischio di infezione da Covid-19. La telemedicina, definita come erogazione dei servizi sanitari e fornitura di assistenza sanitaria a distanza tramite strumenti di telecomunicazione ha favorito l’interazione medico-paziente e la discussione multidisciplinare tra professionisti.
Il ruolo della telemedicina supera la pandemia, e diventerà presto parte della nostra attività. A beneficiarne saranno i costi e i tempi. Riducendo gli spostamenti, i pazienti saranno agevolati e potranno beneficiare di interazioni a distanza, in un ambiente a loro più familiare.
I medici avranno accesso alla documentazione del paziente prima dell’incontro virtuale, approfondendo e gestendo con anticipo eventuali problematiche. Slegare l’attività clinica dall’ambiente ospedaliero e implementare lo smart-working favorirà inoltre una migliore gestione dell’orario di lavoro.
Anche la formazione universitaria e il training dei giovani medici (vedi l’abilitazione medica post lauream) in epoca Covid è stata possibile tramite piattaforme online. La tecnologia ha favorito l’interazione tra il docente e il discente, riducendo gli spostamenti e il rischio di contagio. Non da ultimo, la possibilità di registrare lezioni in anticipo e di insegnare da remoto ha permesso una più agevole gestione della programmazione settimanale con beneficio indiscusso per l’equilibrio vita-lavoro.