La ricerca dei pensionati Cisl coinvolge intensamente studenti, insegnanti, giornalisti
Maschile e femminile: nutrire il rispetto
L’evento organizzato dal Circolo della Stampa
nell’ambito del programma del Comune di Pordenone
“Maschile-Femminile. Nutrire il rispetto” è il titolo dell’incontro annuale del Circolo della Stampa di Pordenone con gli studenti e i docenti degli istituti scolastici superiori di Pordenone e con i giornalisti, nell’ambito della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e delle attività coordinate in questa ricorrenza dall’assessorato alle pari opportunità del Comune di Pordenone.
«Un’occasione importante per riflettere sulla necessità del rispetto reciproco che è alla base della cultura sulla parità uomo-donna, per combattere violenze, bullismo, discriminazioni», commenta Pietro Angelillo, presidente del Circolo della stampa, l’associazione impegnata ogni anno nel messaggio civile che contiene il tema troppo spesso ignorato.
Sabato 23 novembre questo principio culturale di fondo è stato rappresentato con estrema efficacia dal coordinamento donne della Federazione pensionati Cisl che per due anni ha raccolto storie di vita vera e le ha trasformate in un recital in programma per il 10 e l’11 gennaio prossimi, attraverso recite, danze, canti. Un lavoro eccellente presentato in anteprima con un forte coinvolgimento.
Ha detto bene Guglielmina Cucci, l’assessora alle pari opportunità del Comune di Pordenone che sta imprimendo una significativa forza al messaggio di civiltà contro la violenza e le disparità di genere: «Non basta recriminare, serve l’impegno di tutti, a partire da quello politico. Questa è una battaglia di civiltà. Per questo ringrazio i promotori di questo evento unico per genuinità e chiarezza».
E Giovanna Barbieri, coordinatrice dell’encomiabile iniziativa della Cisl, ha ribadito il valore del recital: «La nostra ricerca ci fa capire oggi qual è la radice della violenza e come fare per prevenirla e combatterla». Ma è solo una battaglia, quella dell’educazione e della cultura al rispetto reciproco?
Agli studenti e agli insegnanti che si sono incontrati sabato nell’auditorium B del liceo Grigoletti su invito del Circolo della Stampa, la psichiatra e psicoterapeuta Nadia Sinicco, che ha raccolto le confessioni e i racconti di tante vittime di viuolenza, ha precisato: «Il nostro lavoro ha previsto che le persone possono guardarsi dentro e individuare rabbia, indifferenza, recriminazione violenza».
Il lavoro iniziale di raccolta, interpretazione e terapia ha consentito di coinvolgere gli stessi protagonisti nella rappresentazione dei loro stati d’animo, attraverso la danza e la recitazione. Con quale obiettivo?
«La raccolta dei fatti – ha spiegato Marianna Palillo, musicoterapeuta e musicaltrainer – tradotta in scritto e in danza consente di metterci in relazione in modo più immediato».
Concetto approfondito da Lorella Ideari, coreografa e insegnante di Dance Ability: «Raccontare storie con il corpo, attraverso il movimento, che non è sempre necessariamente danza».
Infine «la scrittura, che permette la messa in scena del racconto – ha piegato il regista e scrittore Marco Sorzio – perché consente di mettere in scena la vita».
Tre interventi recitati intensamente hanno conferito all’incontro di sabato la drammaticità dell’argomento del giorno e hanno innescato un confronto con docenti e studenti sui fatti negativi e sui disvalori che si manifestano costantemente nella scuola, nella famiglia, nella società in tutte le sue espressioni (social web inclusi), ambienti nei quali oggi si evidenziano casi crescenti di “non accettazione dell’altro, soprattutto se “diverso”.
Da questo importante lavoro di ricerca emerge una necessità: l’impegno a capire per poter prevenire e modificare, un compito che spetta a tutti, come ha fatto notare in chiusura Renato Pizzolitto, segretario provincuiale ei pensionati iscritti alla Cisl: «Noi nonni ci sentiamo in pima linea in questa ricerca del rispetto attraverso la reciprocità, perché sappiamo che è soprattutto un impegno per il futuro, e noi non cogliamo rubare il futuro ai giovani, ma aiutarli nella conqista di una società dove uomo e donna siano impegnati insieme».